Versione testata : PC
Avevamo promesso nel nostro ultimo articolo su PlayerUnknown’s Battlegrounds di riproporvi le nostre impressioni sul gioco dopo il suo effettivo rilascio su PC. Ed eccoci qua oggi a parlarvi di PUBG nella sua più recente patch 1.0.
Grazie al maestoso afflusso di giocatori avuto nel recente passato, il team che lavora dietro al gioco più giocato del 2017, ha avuto molto da fare per poter rendere il gioco il più giocabile possibile nel minor tempo possibile. Senza indugiare oltre andiamo a vedere più nel dettaglio cosa è stato migliorato è cosa ancora non funziona.
Partiamo immediatamente dal dire che è stata introdotta una nuova mappa: Miramar. Questa landa di 8x8km², grande quindi come la sua sorellastra russa, è completamente ambientata nel deserto di una località spagnoleggiante non ben nota. Questa, a differenza di Erangel, presenta un solo bioma desertico, interrotto ogni tanto da qualche villaggio di sparute case o grandi città piene di stretti vicoli. La caratterizzazione del paesaggio è stata molto esaltata e si notano molti miglioramenti grafici che rimangono comunque sempre nel tema della mappa.
In concomitanza della nuova mappa sono state anche rilasciate parecchie armi molto singolari, come il leggendario Winchester dalla singola canna e dalla lenta ricarica che però vengono compensate dall’alto danno inflitto, o l’AUG esclusivo ai drop aerei. Anche l’aggiunta di un nuovo tipo di revolver e di un canne mozze come armi terziarie hanno portato una ventata di freschezza ad un loot ancora piuttosto scarno.
Ciò che però ha fatto da padrone di questo grande update è stato il sistema di “vaulting” che in italiano si traduce in “volteggio” o “salto”. È infatti stata introdotta una nuova meccanica molto interessante al gioco: ora finalmente si ha la possibilità di scavalcare vari ostacoli (anche molto alti) grazie ad una fluida animazione del personaggio. Probabilmente a chi non ha mai giocato può sembrare molto banale come cambiamento, ma i più veterani possono di sicuro convenire sul fatto che non essere limitati nel movimento e poter scegliere obiettivamente quando e dove saltare un ostacolo, sia un cambiamento non da poco.
Non potremo finire di sicuro una recensione di PUBG senza nominare qualche sorta di bug o problema nel gioco. E beh siamo proprio qui per questo. A parte l’introduzione di qualche bug minore di poca importanza, vorremo sottolineare quanto, come da noi sottolineato nell’ultima recensione, il net-code sia ancora ingestibile ed estremamente frustrante. Seppur gli sviluppatori, si vede, ci hanno lavorato sopra molto, l’esperienza multi giocatore è ancora anni luce dall’essere completamente giocabile. Oltre a questo problema non da poco, si sono anche uniti i cheater che regnano (quasi) sovrani in una miriade di partite e non è difficile trovarne più di uno in una singola sessione di gioco.
Per concludere con i problemi, graficamente il gioco è praticamente sempre uguale a prima, seppur qualche modifica a texture, ed ha perfino cominciato a pesare leggermente di più sulla scheda video.
Proponiamo, come l’ultima volta, un video aggiornato sul net-code di PUBG (crediti a BattleNonSense)
In conclusione non vogliamo che i nostri lettori traggano una conclusione negativa da questa recensione e che, anzi, possano vedere più obiettivamente il gioco per quello che propone piuttosto che per quello che potrebbe essere. Attualmente ci sentiamo di consigliare PUBG a tutti quei giocatori che vogliono qualche sessione di intesi combattimenti senza dover macinare ore ed ore nel gioco per progredire in qualche insulso albero di abilità senza divertirsi. Per concludere vorremo tornare al titolo del nostro articolo: no, PUBG non è ancora e-sport ready ma, se continua sulla strada spianata che si è creato siamo sicuri che ben presto lo sarà.