Versione testata : PC
Anche se PlayerUnknown’s Battlegrounds è ancora in accesso anticipato è già diventato in pochissimo tempo uno dei più giocati sparatutto online in circolazione. L’aspetto che però più lo ha discostato dai concorrenti è l’approccio “Battle Royale”. PlayerUnknown’s Battlegrounds, più comunemente chiamato PUBG, non spreca un secondo e ci lancia, in concomitanza con altri 99 giocatori, da un aereo in corsa su di un’isola gigantesca. Il nostro scopo quando saremo atterrati sarà costantemente quello di sopravvivere e uccidere brutalmente tutto ciò che ce lo impedisce.
Sparpagliate per la mappa ci saranno numerose città tutte accessibili e dentro alle quali troveremo armi ed equipaggiamenti di varia natura. Ovviamente più grande sarà la città, più probabilità di trovare attrezzature di alto livello avremo, anche se dovremo mettere in conto che troveremo per la nostra strada più nemici.
La tensione che si viene a creare subito dopo l’atterraggio è altissima dato che, nella maggior parte dei casi, toccheremo terra assieme ad altri giocatori e il primo a trovare un’arma sarà generalmente quello che sopravvive. Superati i primi ostacoli avremo 3/5 minuti per girovagare nella città e cercare il più possibile armi e accessori utili nonché zaini e cure. Finito questo primo periodo di tranquillità, un grande cerchio bianco apparirà sulla mappa, indicandoci la zona “sicura”. Dovremo quindi muoverci velocemente in quanto se allo scadere del tempo saremo ancora fuori da questa zona, cominceremo a prendere danno e inesorabilmente moriremo. Da ora in poi ogni 2/4 minuti il cerchio si stringerà sempre più finchè alla fine ci troveremo in uno spiazzo di terreno così piccolo che saremo costretti ad uscire dai nostri nascondigli e ingaggiare il nemico faccia a faccia. Se saremo più bravi, o molte volte più fortunati, riusciremo a rimanere l’ultimo uomo in vita, conquistando il titolo di “Winner winner, Chicken Dinner”.
Come credo sia già chiaro, il gioco ha una curva di difficoltà piuttosto ripida. Oltre a dover imparare a gestire tutti i rinculi delle varie armi, dovremo anche studiare tutti i luoghi migliori nella mappa (grande ben 8x8Km), il che renderà le prime ore di gioco piuttosto demoralizzanti in quanto moriremo in continuazione.
Come detto in precedenza il sistema di looting si basa su probabilità e randomicità, il che rende il gioco abbastanza imprevedibile: una partita scenderemo in delle case desolate trovando armi ed armature di alto livello, un’altra partita saremo costretti a scendere in un’area popolata nella quale verremo freddati il momento che tocchiamo terra. Ed ecco che iniziano i problemi di PUBG.
Grafica
Graficamente il gioco è uno spettacolo per gli occhi, essendo sviluppato in Unreal Engine 4, il che lo rende molto realistico. Il problema nasce dal fatto che per quanto sia bello, è anche male ottimizzato. Anche hardware piuttosto recente, come la mia GTX 970, non riesce a reggerlo nemmeno al preset più basso, avendo continui cali di frame rate anche sotto gli standard 60 FPS il che, in concomitanza con un netcode indecente (del quale parliamo subito dopo), rende l’esperienza di gioco davvero frustrante e inconsistente.
Per non parlare della differenza nelle texture tra i vari oggetti. Troveremo infatti sia armi e accessori molto ben definiti, con bordi ben segnati e texture molto realistiche, sia facciate di case terribilmente modellate e oggetti meno importanti lasciati quasi non finiti. In generale, se non possedete un hardware di fascia molto elevata, non riuscirete mai ad avere una buona esperienza visiva in PUBG.
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Net Code
Normalmente non riserviamo un paragrafo per il net code ma, in questo caso, pensiamo sia importante separarlo dal resto. Come anticipato poco fa, la componente online è estremamente carente. In realtà PUBG ha numerosi server sparpagliati per il mondo, ma comunque il gioco non è minimamente fluido. Durante uno scontro a fuoco ci capiterà numerose volte di andare in copertura e venire comunque colpiti da un proiettile attraverso un muro o, ancora peggio, vedere i nemici “laggare” per la mappa. Oltre a ciò, molte volte ci è capitato di non riuscire nemmeno ad entrare in partita, venendo sbattuti fuori dal gioco con uno strano errore che non ci ha minimamente aiutato a capire quale fosse il problema. Per non parlare del fatto che, negli ultimi mesi, i cheater si sono davvero moltiplicati, rendendo l’esperienza di gioco estremamente frustrante e non appagante come dovrebbe. C’è perfino stato un periodo nel quale ogni giorno trovavamo almeno un cheater in una partita, il che è davvero vergognoso per un gioco nel 2017.
Per fortuna gli sviluppatori hanno affermato che questo non sarà ancora per molto un problema e che stanno lavorando per sistemarlo.
Se siete interessati a capirne un po` di più del net code e capite bene l’inglese, vi consiglio di guardare il video qua sotto. Copre molto più nello specifico gli aspetti che non funzionano di PUBG e da una visione generale molto più ampia.
Suono
Rispetto a ciò di cui abbiamo parlato prima, la parte sonora del gioco si salva in corner. La caratterizzazione delle armi è molto buona e il suono dello sparo è piuttosto soddisfacente in quasi tutte le armi. Le condizioni metereologiche sono altrettanto buone: la pioggia infatti si sentirà molto forte in spazi aperti, mentre all’interno degli edifici sarà ovattata. In generale l’aspetto sonoro del gioco è abbastanza curato e piuttosto buono.
Conclusioni
Per concludere questa nostra breve recensione su PUBG vogliamo ricordare che il gioco è disponibile su Steam e che viene costantemente aggiornato. Speriamo davvero che gli sviluppatori si mettano d’impegno per sistemare tutti i problemi che abbiamo riscontrato anche perché, avendo investito oltre 250 ore nel gioco, siamo davvero interessati a questo titolo.