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Away, la recensione: un viaggio nello spazio e fra i sentimenti

Away, nuova serie fantascientifica riguardante lo spazio e la sua esplorazione, è in uscita su Netflix il 4 Settembre 2020.
Netflix ci ha dato la possibilità di avere in anteprima i primi 10 episodi della prima stagione di cui ora faremo una piccola analisi e recensione.

Trama

La storia si apre con Emma Green (interpretata da Hilary Swank), comandante della missione Atlas, che si appresta e si prepara per partire per la Luna, punto di “scalo” per il successivo punto di arrivo, cioè Marte, in cui nessun umano fino a prima nella storia ci aveva mai messo piede, superando quindi i limiti esplorazione spaziale terrestre.
Difatti si osserveranno gli ultimi momenti della comandante sulla terra, in particolare del rapporto con il marito Matt Logan (anche esso ex astronauta ma che ha dovuto abbandonare le missioni a causa di una malattia genetica che avrebbe comportato troppi rischi) e con la figlia Alexis Logan, adolescente che soffrirà più di tutti la stressante situazione.
Nella missione su Marte essa sarà accompagnata da un equipaggio internazionale (che analizzeremo nel dettaglio dopo) che dovrà stare per 3 anni anch’esso lontano dai propri cari per poter andare, vivere e studiare il terreno marziano, e tornare sulla Terra, per poter dimostrare che ci può essere vita su Marte, e anche per capire se ci sia mai stata presenza (umana e non) sul terreno marziano. Questa lontananza dalle persone a loro care avrà delle ripercussioni anche pesanti durante il viaggio, che vedremo meglio analizzate durante lo scorrimento narrativo della serie tv. (Non vogliamo spoilerarvi troppo!)

Equipaggio

I membri della nostra missione rappresenteranno i maggiori Stati/potenze internazionali e quindi i diversi interessi economici e non delle diverse nazioni sul piano mondiale, che verranno rispecchiate durante il viaggio intergalattico:

  • Emma Green : Comandante. Ex pilota della Marina, è lei la leader intelligente e determinata della missione. Sposata con Matt con cui ha una figlia di 15 anni soprannominata Lex. [Stati Uniti d’America, USA];
  • Ram Arya : pilota di caccia dell’Aeronautica militare. [India];
  • Misha Popov : cosmonauta e ingegnere, membro più esperto e con più viaggi nello spazio dell’equipaggio. Sembra il più apatico del gruppo insieme a Lu, ma in realtà è tutto una corazza per le sofferenze dovute ai grossi sacrifici che ha dovuto sostenere per arrivare nello spazio, causandogli problemi irreparabili con la figlia.[Russia];
  • Lu Wang : chimica e astronauta. Nonostante sia sposata e con un figlio piccolo, nasconde una vita personale complessa, che le causerà problemi anche con il lavoro, rischiando di incrinare la vita lavorativa di Mhei, CAPCOM della missione, la quale verrà sostituita da Jack. [Cina];
  • Kwesi Weisberg-Adebayo : botanico di fama mondiale che porta con sè la speranza di far crescere la vita su Marte. Ha una profonda fede. [Ghana]

Un altro personaggio importante, e legato alla famiglia di Emma, è quello di Melissa Ramirez, ex esploratrice spaziale e attualmente astronauta di supporto della comandante, cioè colei che fa da collegamento fra Emma e la terra, sostituendola anche in parte nel ruolo di madre e di supporto alla famiglia rimasta nella Terra. Essa rappresenterà un po’ l’alter ego del comandante Green. Infatti Melissa fu costretta tempo addietro a rinunciare a tutte le missioni spaziali  per svolgere il suo ruolo di madre, data la disabilità della figlia e l’abbandono del marito/compagno, obbligandola appunto a mettere in disparte le sue ambizioni lavorative, cosa che Emma invece non farà, portando la comandante a diversi ripensamenti sulla dura scelta fatta fra lavoro e vita privata e facendola soffrire e barcollare più volte durante la missione marziana.

Analisi e commenti

Coinvolgente. É la prima parola che a noi di RecensioneDigitale  viene in mente quando pensiamo a questa nuova produzione Netflix. A prima vista sembra la classica serie sci-fi di cui la società di streaming ci aveva abituato, con il nostro timore di vedere una cosa “già vista”, ma Away è tutta un’altra storia. Oltre alla componente fantascientifica, la serie tratta molti altri argomenti, facendo breccia nei nostri cuori e facendoci emozionare in molti punti, grazie alla quasi perfetta caratterizzazione dei personaggi e dei loro sentimenti. Ogni puntata, infatti, è una piccola storia a sé collegata da un unico filo conduttore su cui lo spettatore si sente appeso per tutto l’episodio per poi arrivare a una conclusione o a un epilogo delle diverse vicende narrate. Il viaggio nello spazio viene appunto visto come un viaggio nei sentimenti del nostro equipaggio e dei nostri protagonisti, ognuno dei quali, con diversi passati alle spalle, ha dovuto (e dovrà) superare diverse avversità per arrivare all’atterraggio su Marte, sia di tipo tecnico che tipo emotivo. Inoltre i vari momenti di tensione che l’equipaggio dovrà sostenere per risolvere le diversi problematiche emerse durante il viaggio faranno rimanere lo spettatore con il fiato sospeso per buona parte delle puntate, anche se alcuni punti morti,che ci hanno fatto un po’ storcere il naso,  li abbiamo trovati all’interno della serie.

Un altro tema centrale presente all’interno della serie è quello riguardante il razzismo, in una maniera molto velata, e i confini. All’inizio infatti vige molto l’idea di patriottismo (soprattutto da parte degli astronauti russi e cinesi) che devono eccellere sempre ed essere un passo avanti al resto dell’equipaggio. Questo atteggiamento,che è in parte lo specchio della nostra società, porterà non poche diatribe all’interno della navicella, mettendo a rischio più volte l’incolumità della missione, portando i diversi protagonisti a doversi fidare anche degli altri astronauti, nonostante la diversa nazionalità e cultura.
Questo, secondo noi di RecensioneDigitale, è un ottimo insegnamento che la serie dà. Nonostante le differenze culturali e di visione dei nostri protagonisti alla fine capiremo che i confini sono solo una congettura e che tutti siamo uguali in un certo senso, e che, solo grazie alla fiducia reciproca, certi ostacoli, apparentemente insormontabili, possono essere superati. Infatti, come viene spiegato alla fine dal burbero (ma neanche troppo) Misha, i confini non esistono nel concreto e l’unica cosa importante sono le persone che amiamo indipendentemente dalla loro razza/cultura/etnia. E questo è un bellissimo messaggio che la serie trasmette, soprattutto in relazione al difficilissimo momento storico che stiamo vivendo a livello globale. Quindi è il momento di creare un mondo senza divisioni e paure, per poter raggiungere un obbiettivo comune e stare bene tutti l’uno con l’altro!

Molto interessante anche il richiamo agli elementi della natura che in diverse puntate viene approfondito (acqua, fuoco, terra,…). Infatti esse spesso e volentieri sono rappresentate come un pericolo che solo grazie alla forza del gruppo e umana possono essere superati. Ma vengono anche rappresentati come speranza, come nel caso delle piantagioni che sono rappresentate come opportunità di nuova vita sul terreno marziano.
Un ultimo e ulteriore plauso alla fotografia di Away che ci aiuta maggiormente ad immergerci nella serie e a farci vivere un piccolo sogno di un futuro viaggio spaziale terrestre di speranza.

Away, la recensione: un viaggio nello spazio e fra i sentimenti
CONCLUSIONE
Insieme si può! È il momento di creare un mondo senza confini e paure.
PRO
Emozionante
Coinvolgente
Bella fotografia
CONTRO
In alcuni punti risulta un po' lenta la narrazione
8
VALUTAZIONE COMPLESSIVA