Un altro film italiano entra all’interno del nostro percorso a Venezia 77, “Padrenostro” diretto da Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi e Antonio Gerardi, è basato sull’attentato del 14 dicembre 1976 verso il vicequestore Alfonso Noce padre del regista. Un film che cresce piano piano ad altezza di bambino.
Trama
Roma 1976.
Valerio è un bambino tranquillo e solitario con una fervida immaginazione. La sua vita da bambino viene sconvolta dopo aver visto l’attentato verso suo padre Alfonso da parte di un’organizzazione terroristica. La tensione e la paura fanno da padrone e il bambino, non vedendo più il padre a casa, inizia a fare domande alla madre, la quale risponde con la violenza, senza dare alcuna spiegazione. Dopo qualche giorno il padre torna a casa dall’ospedale ma nulla torna alla normalità. In questo periodo oscuro Valerio conosce Christian, uno spirito libero, e i due diventano subito grandi amici. La situazione diventa ingestibile e i genitori decidono di spostarsi per un periodo in Calabria per vivere con più tranquillità. Christian raggiunge Valerio in Calabria per amicizia oppure per altri scopi? Il finale raggiunge l’apice, completando il senso del film.
Commento
Un film che racconta tutta la vicenda vista con gli occhi di un bambino assieme alle sue emozioni e alle sue domande con poche risposte. Favino interpreta perfettamente la figura della generazione dei padri degli anni 60/70, periodo nel quale le emozioni per l’uomo erano ritenute sciocchezze, e la tenerezza verso i figli veniva data erroneamente attraverso alla loro assoluta protezione dal mondo degli adulti. L’unica pecca è che il film cresce con molta calma e quindi all’inizio può sembrare “pesante”. Il mio consiglio verso gli spettatori meno pazienti è cercare di resistere perché ne vale assolutamente la pena.
