Netflix ha recentemente rilasciato il suo nuovo docufilm The Social Dilemma, diretto da Jeff Orlowski, che ha subito catturato la nostra attenzione. Ci hanno, infatti, subito colpito i temi fortemente attuali trattati e spinto a vederlo, per lo meno, per curiosità.
- Solari, Marco (Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-10-10 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Trama
In questo ibrido tra documentario e drama, in cui una ministoria drammatica (inscenata da un ottimo Skyler Gisondo nei panni di Ben, già conosciuto sulla piattaforma per altre serie come “Santa Clarita Diet”, recentemente cancellata) si mischia con i racconti di ingegneri/operatori della Silicon Valley (nella foto il narratore della storia Tristan Harris).
Essi, infatti, ci narreranno di diversi segreti e retroscena che stanno dietro il nostro uso dei social media, a volte pure angoscianti e allarmanti. In particolare verrà analizzato il lato psicologico degli utenti dei social e di come esso venga manipolato dagli stessi Facebook, Google, Instagram, e siti simili.
Insomma siamo sicuri che quello che vediamo e scegliamo online siano scelte solo frutto dei nostri pensieri?
Analizziamo ora i principali temi trattati dentro il docufilm, dandone alla fine un nostro parere.
Cambiamento Globale
The Social Dilemma inizia con la prima riflessione: è vero sicuramente che i social hanno portato un cambiamento positivo e un’innovazione su scala globale, ma qual’è il suo rovescio della medaglia? Cioè sono più i pro o i contro che l’uso ossessivo e compulsivo dei social ha portato nella nostra società? Già con questo quesito la produzione Netflix ci fa capire che piega prenderà la sua narrazione, andandoci ad esplicitare le maggiori problematiche che i social hanno portato nel nostro mondo.
Siamo noi il prodotto?
Il primo tema principale trattato è quello relativo al prodotto dei social media. Il docufilm ci fa riflettere su una frase: “Se non stai pagando per il prodotto allora il prodotto sei tu”. Infatti quello che i social fanno non è offrirci uno strumento ma strumentalizzare noi utenti, tramite l’ausilio delle inserzioni, cercando di inserirci in dei giganteschi algoritmi su scala globale.
È innegabile che essi abbiano cambiato il nostro modo di vivere e in cui pensiamo, in maniera graduale e non troppo accentuata. Tutto questo per interessi commerciali e dopo uno studio approfondito di noi “utenti”.
Si è creato, per l’appunto, un nuovo mercato, che non vende più solo prodotti e servizi, ma anche, e soprattutto, “features” e dati sull’essere umano, di cui ormai è possibile conoscere qualsiasi dettaglio e prevederne ogni singola mossa e/o pensiero. I nuovi obbiettivi aziendali, nel nuovo millennio e nell’epoca dei social media sono: coinvolgimento, crescita e pubblicità (e relativi ricavi). Tutto questo gestito da giganteschi algoritmi automatici, che pian piano, stanno trasformando noi esseri umani in cavie da laboratorio, gestite da un supercervello globale.
Persuasione
I social e la relativa tecnologia che sta dietro, puntano molto sulla persuasione dei loro utenti, portandoli a vedere determinati contenuti, a fare determinati acquisti o scelte, fino ad arrivare, addirittura, e nei casi più estremi, ad intaccare il lato politico dei diversi stati del mondo, destabilizzando, di conseguenza, il tessuto sociale, creando in noi un abitudine inconscia.
Infatti, essi, spesso e volentieri, vengono usati come strumento per arrivare a determinati fini (a volte pure di dubbia moralità) e vengono usati anche come arma per creare effetti anche offline, determinando conseguenze, anche importanti, nel campo politico-sociale di diversi paesi.
Truman “social” show
Un interessante analogia fatta in The Social Dilemma è quella con il notissimo film “Truman Show” (disponibile pure esso su Netflix, vedetelo se non lo avete ancora fatto!), facendoci capire che siamo, alla fine dei conti, controllati 24 ore su 24, e che ogni persona ha la propria realtà distorta, in quanto i social si adattano alle diverse caratteristiche delle diverse personalità presenti online, manipolandole anche in questo modo, e facendo credere loro che sono essi stessi a decidere cosa vedono e cosa fanno, quando, in realtà, è l’algoritmo che sta dietro ai diversi meccanismi social a scegliere per noi e ad influenzarci nelle nostre decisioni, con conseguenze anche nel mondo “reale”.
Perciò, Facebook, Instagram, Google…..Buongiorno…e casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!
Analisi sociale
Un altro tema importante trattato all’interno di questo docufilm è quello relativo all’analisi sociale in relazione all’avvento dei social media su scala consumistica, con la fruibilità di essi anche sui dispositivi mobili, ormai presenti nelle mani del gran maggior parte delle persone a livello mondiale.
Diversi studi hanno fatto notare che dopo l’arrivo dei social sui dispositivi siano aumentati in maniera esponenziale alcuni fenomeni disastrosi, come il suicidio, l’autolesionismo, e la depressione nell’età adolescenziale e pre-adolescenziale. Infatti i “nuovi giovani” hanno sempre più bisogno della continua e imperterrita approvazione sociale, tramite i diversi social network (es. Instagram).
Anche questo, è un meccanismo psicologico utilizzato dalle grandi aziende operanti nel mercato, infatti anche un semplice “like” rilascia dosi di dopamina nel cervello umano, e man mano che i tempi si evolvono e il bacino di utenza si ingrandisce, questa richiesta diventa sempre più esasperata, fino ad arrivare a casi clinici di depressione.
Vogliamo veramente che un click influenzi le nostre vite?
Fake News
Un altro argomento rilevante toccato da The Social Dilemma è quello relativo alle fake news e al falso allarmismo creato online. Infatti, sempre più frequentemente, vengono create “ad-hoc” notizie false e viene fatta, talvolta, pura e becera disinformazione solo allo scopo di lucrarci sopra, per spingere un prodotto per esempio, oppure semplicemente per orientare l’utente e, di conseguenza, il pubblico verso una certa direzione e verso certe idee. Talvolta questa esasperata disinformazione, che si allarga sempre più come una macchia d’olio grazie all’utilizzo sempre maggiore e in scala globale dei social, porta anche a gravi conseguenze e rivolte sociali, basti pensare alle recenti notizie sul Covid-19 e le antenne 5G, che hanno portato a vere e proprie rivoluzioni popolari.
Dobbiamo adattarci
Cosa dovremmo fare quindi per sopperire a tutti questi lati negativi relativi all’uso dei social media?
Sicuramente essi hanno portato molte cose positive alla collettività, aumentando sempre di più la connettività globale e portandoci a poter comunicare con chiunque e dovunque in tutto il mondo. Questo, infatti, è un passo in avanti per il processo di globalizzazione e di evoluzione della razza umana, ma bisogna stare molto attenti a come usiamo questi fondamentali strumenti, perchè, come abbiamo visto, portano molti rovesci della medaglia.
Innanzitutto serve una normativa sulla regolamentazione della privacy digitale, in maniera tale di tutelare e proteggere i consumer digitali dei social e di tutto quello che ne ruota attorno.
Tutto ciò, ovviamente, necessiterà anche di un cambiamento generale e di mentalità su scala globale, perchè la tecnologia sta avendo una crescita esponenziale e molto più veloce rispetto al cervello umano. Quindi dovremo trovare modo di adattarci a tutte queste evoluzioni, per non trovarci inghiottiti e sottomessi da tutte queste novità.
Commento finale
Noi di RecensioneDigitale.it abbiamo trovato The Social Dilemma, prodotto da Netflix molto interessante. Infatti esso ci apre gli occhi su tutti quegli aspetti dei social e della tecnologia di cui non avevamo minimamente idea, o di cui non ci avevamo, semplicemente, mai pensato.
Talvolta, durante la visione del film, sentiremo un senso di angoscia per quello che scopriamo che fanno e che possono farci, non sentendoci nemmeno liberi di scegliere cosa mangiare e come vivere la nostra vita. Questa cosa ci coinvolgerà e ci farà sentire protagonisti di questo docufilm perchè ci farà vedere l’evoluzione in maniera molto più razionale, facendoci capire che anche noi ne facciamo parte, e che dobbiamo contribuirne, non solo passivamente, ma anche attivamente, per arrivare a un miglioramento globale.
Tutta questa narrazione viene fatta molto bene, senza risultare troppo pesante, intrecciando i racconti dei diversi ingegneri della Silicon Valley con la mini storia di fondo che vede Ben (Skyler Gisondo) come protagonista/cavia del nostro racconto, per farci capire al meglio i meccanismi che stanno alla base dei social e dell’evoluzione tecnologica. Perciò complimenti Netflix, bel lavoro!
- Solari, Marco (Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-10-10 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API