SEGUI IL NOSTRO CANALE TELEGRAM 🥰

C’era una volta in America (1984), la recensione: il gangster-movie senza tempo

Molto noto per aver contribuito alla rinascita del western, con film appartenenti al genere spaghetti western come “Per un pugno di dollari”,  “Per qualche dollaro in più” e “Il buono, il brutto, il cattivo” grazie ai quali è diventato famoso, nel 1984 Sergio Leone ispirato dal romanzo di Harry Grey “The Hoods” presenta “C’era una volta in America” film che prende parte alla “trilogia del tempo”(insieme a “C’era una volta il west” e “Giù la testa”).

La pellicola racconta le esperienze di David “Noodles” Aaroson (interpretato da Robert De Niro) e dei suoi compagni malavitosi, nella città di NewYork durante i primi decenni del novecento del proibizionismo.

Il film viene proposto in tre versioni, noi andremo ad approfondire quella di durata “media” e probabilmente la più conosciuta. Il film viene girato tra il 1982 e il 1983, ed è quello che fra I tanti gangster-movie, del tempo, viene apprezzato di più, ancora oggi a distanza di quasi 35 anni viene considerato un “capolavoro”. Il film inizia con una serie di sequenze non molto chiare, divise in un susseguirsi di flashback e piccoli flashorward, fino ad arrivare per il protagonista negli anni 60’ dove inizia il flashback che da inizio alla storia. La storia esordisce raccontando la vita da giovani criminali di Noodles e dei suoi amici(Max, molto legato al protagonista, Patrick, Cockeye e Dominique) che decidono di lavorare da soli e mettersi in propio iniziando a fare strada sin da subito nella malavita; Noodles viene però arrestato per aver accoltellato Bugsy(personaggio secondario della storia), e un agente della polizia, nel tentativo di vendicare la morte del piccolo Dominique; arriva l’ennesimo salto temporale che mostra Noodles nel tabernacolo dove sono stati sepolti i suoi amici dopo essere stati trasferiti dal cimitero ebraico; Questo fa capire l’importanza di tutti I passaggi temporali senza I quali la storia sarebbe impossibile da comprendere. Per tutta la durata del film un dubbio preoccupa sia lo spettatore che il protagonista, il quale in realtà da senso al film, ossia entrambi cercano di intuire chi sia il “benefattore” ad aver pagato il nuovo tumulo intestato a Noodles e ad aver preso I soldi della loro, ormai sua, società, da uno sportello di sicurezza.

12 anni dopo Noodles esce di prigione e grazie ai compagni che nel frattempo si sono dati da fare continuando e accrescendo quello stile di vita che hanno attuato sin da giovani grazie anche al quale hanno accumulato soldi e ottenuto molto potere. Il regista inserisce un elemento molto significato che nella storia si ripresenta spesso ovvero la fumeria d’oppio dove Noodles passa i momenti di infelicità e di dolore. Nel corso del film inoltre ricorrono molte scene riguardati il protagonista insieme a Deborah la donna che Noodles ha amato sin da quando era solo un ragazzino, un amore ricambiato ma che nel corso della storia mai si concretizzerà.

La storia di C’era una volta in America si conclude con la morte del proibizionismo quindi un colpo duro per la loro vita da delinquenti, così Max decide di fare l’ultimo colpo della sua vita provando a sacchegiare la Federal Reserve Bank; Noodles consapevole che l’impresa fosse irrealizzabile, denuncia Max, nel tentativo di salvargli la vita, il quale però muore insieme ai suoi due compagni. Il finale, che si svolge quando il protagonista è tornato a NewYork dopo 35 anni, si conclude con un colpo di scena che lascia lo spettatore a bocca aperta, faticando a realizzare l’accaduto. Le scene sono piuttosto lente e solenni, rendendo il film lento nelle inquadrature ma con una storia che avanza senza incontrare momenti morti durante i filmati, inoltre questi molteplici momenti di silenzio e di pause danno la possibilità allo spettatore di assimilare le scene che sono tutt’altro semplici da comprendere.

Come detto prima C’era una volta in America si divide in tre versioni differenti, tutte con le stesse scene e gli stessi attori ad eccezione della versione estesa del film dove, sono presenti scene aggiuntive, questo perché nel film originale, raccontato in precedenza, il regista taglia alcune scene lasciandole incomprensibili per lo spettatore, ma nel 2011 I figli di Leone acquistando I diritti del film, e nel 2012 presentano questa nuova versione restaurata con scene aggiuntive in lingua originale, portando il film ad una durata di 4 ore, la quale però non arriva in America. Mentre l’altra versione anche detta versione statunitense, al contrario di questa, ne viene ridotta la durata di circa 1 ora e 30 minuti, propio dal produttore Arnon Milchan.

C’era una volta in America (1984), la recensione: il gangster-movie senza tempo
PRO
CONTRO
9.1
VALUTAZIONE COMPLESSIVA